I dazi europei sulle auto elettriche cinesi e le contromisure di Pechino

A partire dal 31 ottobre, l’Unione europea ha introdotto un dazio definitivo sulle auto elettriche cinesi, tra il 7,8 e il 35,3 (Reg. UE 2024/2754). Si tratta del primo caso di una misura adottata su impulso della Commissione e non di associazioni di imprese europee e interessa un Paese, la Cina, che nel 2023 è stato il secondo mercato di destinazione delle nostre esportazioni.
Le nuove tariffe rappresentano tecnicamente dei “dazi compensativi”, finalizzati a controbilanciare le sovvenzioni del Governo cinese al settore (Reg. UE 2024/2754).
I dazi compensativi variano in relazione al livello di sussidi ricevuti dal governo cinese e alla collaborazione prestata nei confronti dell’indagine europea.
Le nuove tariffe sono determinate nelle seguenti misure, a cui va sommato il dazio del 10% già applicato:
– 17% per BYD
– 18,8% per Geely
– 35,3% per SAIC e tutte le società cinesi che non hanno collaborato all’inchiesta
– 20,7% per le imprese cinesi che hanno collaborato
– 7,8% per le auto Tesla prodotte a Shangai.
L’adozione dei dazi sulle auto elettriche cinesi ha avviato una guerra dei dazi tra la Cina e l’Unione europea.
In risposta alle tariffe europee, infatti, il governo cinese si è rivolto al WTO, contestandone la legittimità.
La Cina ha inoltre già avviato misure ritorsive, che andranno a colpire la carne suina e i prodotti lattiero-caseari esportati dall’Unione europea, sui quali saranno introdotti nuovi dazi antidumping. In particolare, il settore lattiero-caseario rappresenta circa il 9,5% delle esportazioni europee, per l’Italia in questo settore le esportazioni italiane si attestano sui 83 milioni di euro annui.
Inoltre, a partire dal 15 novembre, Pechino ha istituito dazi antidumping temporanei sul brandy europeo, per cui l’ingresso nel mercato cinese è subordinato a depositi in contanti o ad apposita garanzia.
L’Unione europea ha già chiesto al WTO di avviare una procedura di consultazione in relazione alle nuove misure annunciate da Pechino.
Il WTO, come luogo di risoluzione delle controversie sul commercio internazionale, è fortemente in crisi: proprio il meccanismo di risoluzione delle controversie, che garantiva l’applicazione di una serie di regole internazionali, finalizzate a prevenire guerre commerciali, è da tempo paralizzato dalla mancata nomina dei giudici dell’Organo di appello ed è in attesa di una riforma che possa rilanciarne il ruolo.
Le tariffe imposte dall’Unione europea sulle auto elettriche cinesi seguono il trend già avviato da Canada e USA, che hanno già introdotto uno speciale dazio del 100%.
Anche la Turchia prevede un dazio del 40% o il pagamento di almeno 7.000 dollari su ogni singola auto elettrica, il Sudafrica applica un dazio del 25% e il Brasile prevede un incremento dal 18% al 35% nel 2026.

 

Tatiana Salvi